Non potrei mai per carattere e credo politico istigare alla violenza. Trovo che il verbo “Ribellarsi” sia il più adeguato. Una ribellione intellettuale, culturale ,consapevole che parte da un piccolo paese “Soverato”: Ribellione consapevole
Vorrei gridare a tutti “Ribelliamoci” così come scrive nel suo amabile libro Luciana Castellina. La prima ribellione che potrebbe far meno rumore è: smetterla con i voti di scambio, tema attuale. Ribellione è il contrario dell’indifferenza: “odio gli indifferenti anche perché ciò che mi da noia è il piagnisteo di eterni innocenti.” (Antonio Gramsci), questo è davvero incontestabile.
Avere il coraggio di dire, mio figlio zappa la terra, ma non farà il vigile perché non ti devo nulla. Una delle risposte al cambiamento: deve cambiare il sistema di voto clientelare e di scambio. Siamo in un periodo di forte cambiamento , la misera stimola la fantasia oltre a renderci creativi ci fa capire di cosa i cui abbiamo realmente bisogno.
Il miracolo Calabria “alzati e lavora” è un sogno. Vorrebbe dire Sud Italia, rendi, produci, lavora e non risparmiare paga il pizzo, è come dire , ciucci lavorate i soldi fanno altri giri, se volete un tozzo di pane zitti e lavorate. II questo fango di corruzione e pazzia le donne, intuitive, intelligenti forti, rimangono ai margini.
La conduzione della politica in Italia è di dubbia legalità. Non si vota, ed il Governo crede di essere un associazione culturale, con un presidente che da statuto ogni 12 mesi cambia i dirigenti a suo piacimento.
Credo sia molto meglio non parlare di Democrazia. Nel nostro caso potrebbe essere come definire la parola amore. Ad oggi entrambe le parole hanno un significato soggettivo e manipolabile.
Ma cosi non dovrebbe essere, almeno per quanto riguarda la parola democrazia. Chi si avvicina, al potere politico dovrebbe aver letto , La democrazia in America (pubblicato in due volumi, il primo nel 1835, il secondo nel 1840), è un testo classico francese scritto da Alexis de Tocqueville sugli Stati uniti d’America, sui punti di forza e sulle debolezze del paese nel 1830. I politici non credo abbiano tempo, per leggere o per approfondire.
Il materiale da approfondire è veramente ampio dal punto sociologico, storico, economico ,politico ecc. Noi cittadini noi donne informiamoci , leggiamo e aggreghiamoci a quei movimenti che vogliono cambiare le cose per lo meno a Soverato. La ‘ ndrangheta Calabrese, richiede molta cura, ormai infiltrata, sicuramente dove ha trovato una buona accoglienza, da per tutto, non una piovra (che lascia qualche spazio) ma una fitta rete di edera sopra un muro millenario. Ha tolto le speranze a tutti.
In tanti ci sentiamo smarriti, con domande di ogni genere, per ogni esigenza. Domande decennali per le quali non ci ci sono risposte, anzi se ne aggiungono altre ed altre ancora. L’indignazione è una premessa, ma occorre un seguito: la ribellione concreta, tutti dovrebbero partecipare concorrendo a far sparire l’indifferenza e la vigliaccheria. Non una rivolta individuale, una coraggiosa iniziativa che coinvolga tutti, al fine di costruire insieme un alternativa.
Di fronte alle emergenze, l’ Italia si indigna, l’indignazione, se non matura la voglia di combattere e perdiamo la fiducia in noi stessi e negli altri.
Per chi ha tanto studiato, in più campi. In chi credeva nella giustizia, nel rispetto, nel senso civico assistere allo scempio, che l’Italia ci propone. Non può non amareggiarsi di fronte una politica priva della presenza dell’uomo, composta da massoni, mafiosi e raccomandati. Ovvio che da ambo le parti, destra e sinistra ci sono i politici onesti e politici corrotti.
Mi definisco “Angelicamente anarchica” come scrive Luciana Castellina .. Tutte dovremmo esserlo, raddoppiamo il rumore, cerchiamo di fare di tutto per appianare la vita ai nostri figli e migliorare la nostra.
Denunciamo e facciamo in modo che la legalità cammini
La cosa evidente agli occhi dei più è una necessaria una rivoluzione culturale. Nel 48 in Italia è sta sancita la Costituzione: diritto alla vita, salute , casa, lavoro , studio, istruzione, al piacere e alla non sofferenza (Don Andrea Gallo) .
( …quindi per atei e cristiani è necessario) indignarsi vuol dire ribellarsi al disprezzo della giustizia a cui. Chi governa dovrebbe pensare ai bisogni dei cittadini e alla disoccupazione migliore. Margherita Hack
Senza reagire alle ingiustizie smettiamo di rivendicare il nostro futuro. Potrebbe finire che l’indignazione tolga la voglia di lottare. Molto facilmente la vita scivola neutra.
Finirà che i più potenti saranno sempre più potenti.
La Politica deve essere intesa, non come strumento di arricchimento dei pochissimi, come strumento di espressione dei cittadini.
Stefania Calabretta