Alla mostra inaugurata venerdì scorso al Palazzo del Quirinale a Roma dal titolo “Classicità ed Europa. Il destino della Grecia e dell’Italia”, che intende celebrare il messaggio civilizzatore portato avanti nei secoli da Atene e da Roma, proprio nell’anno in cui la Grecia e l’Italia assumono la presidenza di turno dell’Unione Europea, è presente anche un pezzo di Calabria: il Codex Purpureus Rossanensis.
Nella Sala delle Rampe e nelle Sale delle Bandiere sono esposte venticinque opere provenienti dai musei ellenici e italiani. La mostra è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana e dalla Presidenza della Repubblica Ellenica. L’esposizione, a cura di Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del presidente della Repubblica Italiana, accoglie l’antico evangelario, unico al mondo, simbolo dell’incontro ideale tra le due anime della cultura europea, quella Orientale e quella Occidentale. Quello che vede protagonista il Codex è un incontro tra storia e attualità, tradizione e innovazione. L’opera è presente nelle sale, infatti, in una duplice veste: reale e virtuale. Accanto alla copia fisica del Codex Purpureus è esposta una copia digitale realizzata dalla T.E.A. s.a.s. di Elena Console, in collaborazione con la 3D Research, spin-off dell’UNICAL.
La T.E.A. s.a.s, che da anni porta avanti un programma di ricerca che mira a perfezionare le tecnologie di diagnostica non invasiva e restauro virtuale dei Beni Culturali, ha già realizzato, per conto della Direzione Regionale per i Beni Cultuali e Paesaggistici della Calabria, l’acquisizione multispettrale e 3D del Codex, presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. L’azienda di Catanzaro ha realizzato appositamente per la mostra un versione del Codex Purpureus Rossanensis in formato digitale, sfogliabile virtualmente su touch screen, rendendolo fruibile, così, per ragioni di studio, di ricerca o di semplice curiosità ai visitatori.
Il codice digitale è stato presentato dalla dott.ssa Elena Console, titolare della TEA in occasione dell’inaugurazione della mostra. “E’ stato un piacere ed un onore – dichiara la Console – poter collaborare con il prof. Louis Godart e con la d.ssa Luciana Del Buono, che hanno entusiasticamente accolto la nostra proposta ed apprezzato il nostro lavoro. Il codice virtuale consente di accostarsi ad alcune della pagine più belle del manufatto e di conoscerne in sintesi la storia, ricostruita dalla prof.ssa Lucinia Speciale, docente di storia dell’arte medievale e storia della miniatura , nell’ambito del corso di laurea in Tecniche per i beni culturali presso l’Università del Salento. Un ringraziamento va a tutto lo staff dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, per la preziosa collaborazione nella realizzazione del prodotto”. Elena Console ha rivolto anche un saluto ed un ringraziamento al Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria,Francesco Prosperetti ed al soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, Fabio De Chirico. “Il reperto straordinario, da noi proposto in forma digitale – prosegue – sarà uno dei protagonisti indiscussi della mostra, come hanno già reso noto l’Amministratore Diocesano dell’Arcidiocesi Rossano-Cariati Mons. Antonio De Simone, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici don Nando Ciliberti ed il direttore del Museo Diocesano di Arte Sacra, don Pino Straface”.
Il Codex Purpureus Rossanensis, restaurato dall’IRCPAL (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario), è stato ospitato al Quirinale e visionato dal Papa nel novembre 2013, in occasione della visita al Presidente della Repubblica. Il Codex – è in corso il procedimento per il riconoscimento come bene patrimonio dell’Unesco – contiene l’intero Vangelo di Matteo, quasi tutto quello di Marco, del quale mancano solo i versetti 15-20, e una parte della lettera di Eusebio da Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. Manoscritto adespoto ed opera di una produzione scrittoria di un centro dell’Oriente che, probabilmente, veniva usato durante la Messa, dato che la diocesi di Rossano era fortemente legata al rito di lingua greca (praticato fino al 1462 circa, nonostante ovunque fosse già in uso quello latino), riveste uno straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico. Un documento simbolo di una regione, la Calabria, che ha mediato e tradotto in sintesi la civiltà greco-orientale e quella latino-occidentale.