Sabato 29 e domenica 30 a Badolato, LiberoTeatro con “Giangurgolo, Principe di Danimarca”

Appuntamento imperdibile sabato 29 e domenica 30 marzo al teatro comunale di Badolato, dove andrà in scena una delle migliori produzioni teatrali dell’ultimo anno, “Giangurgolo. Principe di Danimarca”. Lo spettacolo di LiberoTeatro, inserito nella programmazione della residenza MigraMenti – Poetiche del viaggio gestita dalla compagnia Teatro del Carro Pino Michienzi a Badolato, è tratto dall’Amleto di William Shakespeare, con la regia di Max Mazzotta, che ne ha curato anche l’adattamento. Giangurgolo è la maschera calabrese per eccellenza della commedia dell’arte, ma insieme alle altre sue sorelle “non hanno goduto della fama e risonanza, teatrale e letteraria, di figure quali Arlecchino o Pulcinella – afferma Mazzotta nelle note di regia -, ciononostante anche la tradizione teatrale calabrese ha prodotto personaggi che, come i più illustri omologhi veneziani, bergamaschi o bolognesi, rappresentano una traccia viva e significativa della cultura di appartenenza”. Giangurgolo è una maschera divertente, che “unisce i tratti tipici dello Zanni, la sua vocazione agli scherzi e la sua doppia valenza di servo astuto e sciocco, con quelli del Gurgolo, spaccone, cialtrone e ingordo”. L’operazione di Mazzotta è allora quella di scrive un canovaccio ex novo sulla maschera calabrese, non essendocene pervenuto alcuno, mettendolo a confronto con un contesto a lui completamente estraneo. “E cosa può essere più estraneo alla personalità di Giangurgolo – chiede Mazzotta -, alla sua cialtroneria e intrinseca non-nobiltà, se non la più nobile delle espressioni teatrali, la tragedia? E quale tragedia è più nobile di quella di William Shakespeare? Può Giangurgolo vestire i panni del più tragico e nobile degli eroi shakespeariani, Amleto?”.

“La riproposizione in chiave comico-parodistica del racconto dell’Amleto – conclude il regista – introduce lo spettatore ai temi della tragedia shakespeariana sfruttando le corde del grottesco e del riso liberatorio, meccanismo reso ancora più efficace dalla caratterizzazione dei personaggi per mezzo dei diversi dialetti, che annullano la distanza fra pubblico e palcoscenico, rendendo gli eventi che accadono sulla scena riconoscibili e godibili anche ai giovanissimi. Il valore aggiunto di Giangurgolo, principe di Danimarca, è nella straordinaria ricchezza del linguaggio  teatrale che si serve contemporaneamente della forza espressiva delle maschere, della pantomima, del canto e della musica dal vivo. In scena ci saranno Francesca Gariano nel ruolo del protagonista, Merusca Vera Staropoli in quello di zio Pantalone, Francesco Aiello nei panni di Bruzio e del dottor Pallone, Paolo Mauro in quelli dello Spettro e di Taliano e Graziella Spadafora in quelli di Ofelia e Pancrazio. Lo spettacolo andrà in scena sabato 29 alle 21.00 e domenica 30 alle 17.00.

 

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