VIDEO | Gratteri tra l’uomo del monte e l’uomo del colle

Tutto il cammino di un giudice tra l’uomo del monte e l’uomo del Colle?
La metafora di Nicola Gratteri era chiara, diretta, plastica, persino apoditticamente pubblicitaria: “Essere capomafia di un paese vuol dire essere l’uomo del monte: decidere se l’ananas è maturo o meno, essere capomafia vuol dire decidere il respiro, il battito cardiaco di un paese, la vita economica politica e sociale…”. E lui certo non si sarebbe aspettato, che al posto dei tanti ‘uomini del monte’ che ha fatto arrestare nella sua onorata carriera di magistrato antindrangheta, al punto di svolta della propria evoluzione professionale, quell’attimo sfuggito che lo portava sull’alto soglio di Ministro della Giustizia, d’incontrare su questa strada, inaspettatamente, “l’uomo del Colle”, il Presidente della Repubblica, pronto a dire no al nome del procuratore antimafia, proposto dal premier Matteo Renzi, come racconta testualmente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio: “Napolitano ci ha aperto gli occhi, noi siamo nuovi da queste parti e un po’ ingenui, non conosciamo tutte le norme. Esiste una legge non scritta ma molto importante che vieta ai magistrati in servizio di poter assumere cariche istituzionali. Quindi abbiamo dovuto rinunciare”. Enorme la delusione e l’amarezza di Gratteri tutta chiusa in un rigoroso riserbo, soltanto esternato dal laconico commento. “a costo di ripetermi non dico neppure una sillaba”. Un colpo pesantissimo che ha infranto la legittima aspettativa di chi ha fatto della lotta alla mafia lo stemma della propria esistenza. Perché se non esiste un diritto individuale ad agognare di diventare ministro, aver maldestramente alimentato e persino strumentalizzato la speranza di un uomo simbolo del riscatto morale e civile della Calabria ad assurgere in posizione di evidenza mondiale, non è soltanto una sciocca sottovalutazione, un calcolo dilettantistico effettuato senza alcun riscontro reale, quanto un fatto politicamente enorme che allunga ombre oscure e propone più scomode domande, certamente pregne di altre e inattese implicazioni politiche.

Vito Barresi

 

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