Per Trigger Finger, meglio conosciuto come Dito a Scatto, si intende l’infiammazione cronica dei tendini flessori delle dita della mano associata ad un restringimento del canale lungo cui scorre il tendine stesso (puleggia).
Si tratta di una delle malattie più comuni della mano, frequente tra le donne di mezza età e soprattutto nel periodo perimenopausale. Può anche essere causata da condizioni croniche come il diabete, la gotta o alterazioni della tiroide e malattie reumatiche.
Si presenta, inizialmente, come un dolore del palmo della mano associato ad una limitazione della funzionalità del dito interessato; successivamente il dolore si irradia a tutto il dito, potendo provocare, nel tempo, una ridotta motilità dello stesso evolvendo in artrosi principalmente dell’articolazione inter-falangea prossimale. Il paziente può avere inizialmente la sensazione di una pallina sottocutanea o di uno “scatto” sul palmo della mano. E’ questa una fase (“triggering”) nella quale si può eseguire una infiltrazione che io consiglio con acido jaluronico. Questo diminuisce l’infiammazione dei tendini, determinando un benessere spesso momentaneo. L’infiltrazione risulta di semplice esecuzione e a mio parere, non va ripetuta per più volte soprattutto se ravvicinate nel tempo.
Se il triggering è di entità più severa non resta che l’intervento chirurgico. Anche intorno alla chirurgia si dice molto e a volte a sproposito. Il paziente può pensare di perdere l’uso della mano sottoponendosi all’intervento chirurgico; ma la verità è che la chirurgia ottiene buoni risultati.
L’intervento si basa su un concetto semplice: si aumenta lo spazio all’interno del canale del tendine che fa da “rotaia” e quindi si permette ai tendini di scorrere meglio senza infiammarsi e quindi senza dolore.
Il metodo chirurgico, che comunemente utilizzo è chiamato “puleggiotomia” e consiste nella liberazione del canale su descritto (puleggia A1) (vedi foto 1), attraverso una modestissima incisione (circa 2 centimetri) eseguita alla base del dito interessato. Con questa tecnica, i tessuti molli vengono danneggiati in minima parte e perciò il dolore post-operatorio è minimo. Ciò permette l’utilizzo della mano abbastanza velocemente con delle limitazioni legate alla ferita chirurgica.
I risultati a lungo termine di questa tecnica sono eccellenti.
Esiste un’altra tecnica (foto 2) che personalmente ho appreso negli Stati Uniti e che ritengo molto valida: si tratta di eseguire la puleggiotomia con TECNICA ALL’AGO ossia senza incidere la cute, dopo aver eseguito una blanda anestesia locale, si evidenzia la puleggia che viene poco alla volta lacerata con la punta dell’ago.
E’ una tecnica non molto conosciuta ma che permette il rientro immediato alle normali attività fisiche e lavorative senza dolore; va però sottolineato che la sua efficacia può non essere definitiva e le indicazioni a questa tecnica sono a discrezione del chirurgo stesso.
Questa patologia in conclusione è di agevole diagnosi e trattamento; perciò quando hai dolore alla mano, non attendere ma rivolgiti ad uno specialista, poiché si tratta di una patologia che necessita la valutazione di un chirurgo ortopedico specifico per questi problemi.