Nuovo appuntamento della stagione di prosa del Teatro del Grillo: domenica 1 dicembre, Orso Maria Guerrini e Cristina Sebastianelli, protagonisti de L’uomo del destino, scritto da Yasmina Reza e tradotto da Catherine Spaak.
Due personaggi: un uomo e una donna. Lui, Paul Parsky scrittore da migliaia di copie vendute, lei, Martha, assidua lettrice dei romanzi di lui. Si incontrano nello scompartimento di un treno, tragitto Parigi – Francoforte, si incontrano ma non si parlano direttamente. Per un bel tratto del percorso, sono solo i pensieri detti ad alta voce a raccontarci le loro personalità. Due esseri umani che pur parlando a se stessi è come si fossero sempre inseguiti nellaloro ricerca di un tempo perduto e finalmente trovati.
L’uomo del destino è soprattutto una partitura di sentimenti. La Reza sa descrivere così bene e in profondità le onde emotive dei personaggi che ci conduce con forza verso il mondo di Paul e Martha semplicemente attraverso scarti minimi, emozioni e sussulti dei protagonisti, si desidera così conoscere la loro storia e sapere se le loro solitudini troveranno un approdo.
Si esce da questo “viaggio” da Parigi a Francoforte – metafora del lungo viaggio della vita – con una forte tensione emotiva e insieme la voglia di cambiare.
“Mi piacerebbe riscrivere di un treno – dichiara Yasmina Reza – è un luogo perfetto. Tutto scorre, il suolo, i luoghi, i pensieri. Il mondo si srotola in uno spazio quadrato, senza rumori, senza accadimenti. All’inizio
non pensavo di scrivere L’uomo del destino per il teatro.
Non era destinato a nulla: solo un testo composto da due monologhi. Un uomo. Una donna. Uno scompartimento. L’idea di una pièce è affiorata quando la parte femminile (la donna sa chi è l’uomo) ha consentito il rivolgersi diretto – anche se segreto – all’uomo. E questo segreto mi è parso di natura teatrale. Si può davvero innamorarsi di qualcuno attraverso la sua opera. Subentra una sorta di connivenza fra le due solitudini. Quasi sempre, irrimediabilmente, l’incontro è deludente o vano. Questa volta per fortuna, l’incontro (o destino) potrebbe essere felice. Tra tutte le mie pièces, L’uomo del destino è di molto la più ottimista.”
Un eccelso Orso Maria Guerrini: teatro allo stato puro. Naturale eppur credibile nella sua recitazione come solo i grandi del calibro di Lavia o Gassman hanno saputo essere. Superbo e geniale. Inizia domandandosi se non sia in fondo tutto amaro nella vita, dalle pieghe della sua bocca al sesso fatto senza amore; finisce con una risata fragorosa e dissacrante. Non è tutto amaro, allora. Sole e ombra smettono di essere entità distinte.