Associazione Ande – Un patto per la democrazia paritaria

Occorre applicare correttamente le leggi che riguardano le donne come la 215 del 23 novembre  del 2012 che dispone il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Di questo argomento si è discusso in una tavola rotonda svoltasi presso la sala Giunta della Provincia di Catanzaro su iniziativa dell’ANDE (Associazione Nazionale Donne Elettrici) sezione di Catanzaro. In particolar modo, si è approfondito il tema della democrazia paritaria.

I lavori sono stati aperti da Luciana Cricelli, presidente della sezione di Catanzaro dell’ANDE, che ha esposto le finalità dell’iniziativa, rimarcando la necessità di una presenza femminile forte nelle amministrazioni pubbliche che, tra l’altro, garantisce un livello di corruzione di gran lunga inferiore (secondo i dati forniti da Bankitalia). La proposta operativa è stata illustrata dalla presidente onoraria e fondatrice della sezione di Catanzaro dell’ANDE, Marisa Fagà, che con grande puntualità ha messo in evidenza come  la legge 215, a distanza di un anno dalla sua promulgazione, non è stata adeguatamente applicata. Molti comuni avrebbero dovuto integrare i loro statuti ed alcune istituzioni ancora non rispettano la percentuale prevista dalla sentenza storica del TAR del Lazio, che fissa al 40% la quota minima femminile che deve essere garantita perché sia rispettata la parità fra uomini e donne nelle giunte. Inoltre, la Fagà ha espresso il suo disappunto perché il Consiglio Regionale disattende l’articolo 38 del proprio statuto, che afferma che “la legge regionale elettorale deve promuovere la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive” ed altresì  ignora la stessa legge 215 che modifica l’articolo 4 della legge del 2 luglio 2004 n. 165 (in materia di accesso alle candidature per le elezioni dei consigli regionali), aggiungendo la lettera c-bis con la seguente dicitura: “la promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche  elettive  attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive”.

Sottolineata anche la disattenzione del consiglio regionale che, ancora, non ha licenziato la proposta di legge di iniziativa popolare sulla doppia preferenza di genere. Importanti le presenze istituzionali che hanno preso parte all’incontro: il Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro; l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Catanzaro, Caterina Salerno; la presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, Giovanna Cusumano e il sindaco del comune di San Floro, Teresa Procopio.

La Cusumano ha relazionato su tutto il lavoro svolto dalla Commissione da lei presieduta sulla problematica, tra cui la significativa proposta di iniziativa popolare per la doppia preferenza di genere che è stata apprezzata da tutte le convenute.

La riunione ha visto la partecipazione delle rappresentanti di molte associazioni femminili: Maria Candida Elia e Carmen Audino (Fidapa Catanzaro); Silvana Gallucci (Fidapa Cosenza); Nadia Gambilongo (Mediterranea Media); Rosalba Viscomi (Comitato Pari Opportunità Ordine degli Avvocati Catanzaro); On. Rita Commisso; Adele Manno (Associazione Mogli Medici Italiani); Maria Renne (Soroptimist); Elena Morano Cinque (Commissione Provinciale Pari Opportunità Catanzaro); Maria Teresa Laurito (Associazione Adisco).

Vivace  e propositivo il dibattito a conclusione del quale si è pervenuti alla determinazione di  realizzare un patto per la democrazia paritaria che prevede: la richiesta immediata di un’audizione al presidente della I Commissione Affari Istituzionali per sollecitare l’approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere; l’invio di una lettera alle due consigliere regionali, Gabriella Albano e Teresa Minasi, perché promuovano un’azione volta allo sblocco dell’émpasse in cui versa la proposta di  legge per la doppia preferenza. Qualora i tentativi delle consigliere non avessero successo, le convenute chiedono loro un atto coraggioso: l’inoltro alla Corte Costituzionale di un apposito ricorso nei confronti della vigente legge elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale, in quanto essa è in contrasto con tutta la legislazione sul riequilibrio della rappresentanza nelle istituzioni.

 

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