Soverato – Rimborsi negati a disabile, ha pagato di tasca il montascale

18 mila euro e il comune non invia per tempo alla regione la necessaria documentazione.  “Sbaglia il comune e deve pagare il disabile.”

Una situazione al limite e insostenibile, quella che sta vivendo una donna disabile residente a Soverato, disabile al 100%,costretta suo malgrado a vivere sulla sedia a rotelle da anni per una malattia terribile, sclerosi multipla a placche, una malattia invalidante che mina il corpo piano piano rendendo impossibile i movimenti,la donna che abita in una palazzina del centro al terzo piano è stata costretta visti i sessanta gradini che la separano dalla società civile, a fare ricorso ad una costosa montascale, avviato nel lontano 2008 l’iter burocratico con il comune  per ottenere il necessario permesso,acquisito il nulla osta inizia i lavori ed era stato necessario per l’invalida donna accendere un mutuo con una banca cittadina,18 mila euro l’importo che la donna pagava per intero alla ditta Ungaro Montascale, inizia da allora una serie di documentazioni necessarie per ottenere vista la legge regionale n.13 il relativo rimborso,visto che la donna non può certo lavorare,inizia un calvario tra la sua abitazione e il comune lei che è costretta a  muoversi con una carrozzella a motore, si recava spesso al comune di Soverato, ma due gli ascensori presenti, uno fermo da tempo immemorabile, l’altro piccolo, cosa questa che impedisce alla donna di entrare con la carrozzina,allora deve necessariamente fare scendere  quando è possibile nell’atrio il funzionario di turno, la vicenda iniziata sotto l’era Mancini,continua con Taverniti per proseguire con il commissario Rizzo, ma la donna ricorda che spesso non è stata ricevuta,”il sindaco Taverniti per lei non ha tempo”, riferiva all’epoca un solerte impiegato, la donna non è un famoso politico ne un affermato imprenditore, ma solo una donna invalida,tutto viene documentato, la domanda con protocollo al n.12777 del 5/6/2009 con allegato la relativa fattura pagata e la cartella clinica della donna,ore,giorni,mesi,anni di attesa fino al 2013,dopo cinque anni la donna riesce a parlare telefonicamente con la regione Calabria e il funzionario addetto molto disponibile diceva alla donna”la domanda è ferma da anni,perché il comune di Soverato ha inviato solo parte dei documenti,la domanda non è stata presa in considerazione.”la donna costernata torna al comune,non è lei che ha sbagliato,non è lei che ha impostato la pratica,non è lei che deve  verificare la mancanza di documenti,ma è lei ,e solo lei che ha cacciato di tasca 18mila euro,perché deve pagare colpe non sue?

Il 25 marzo del 2013 con  nuovo protocollo si imposta un’altra pratica,ora con protocollo n. 4328,la regione nuovamente interpellata dice che al momento soldi non ce ne sono,uno scarica barile tra comune e regione  Calabria e che ad oggi non ha prodotto risultati,la donna spesso con grande fatica si reca al comune di Soverato per chiedere un appuntamento con il commissario Rizzo, al comune fanno sapere che non è possibile fissare appuntamenti perché non sanno quando il commissario venga al comune, ed ancora, nell’alluvione che colpì Soverato nel 2011,le due carrozzelle elettriche della disabile, parcheggiate nell’androne del palazzo al piano terreno, divennero inservibili,e alla domanda  della donna di risarcimento danni al comune,lo stesso ente disse che non aveva fondi,la donna fu costretta a sborsare quattromila euro per riparare il suo mezzo di locomozione,allora ben vengano notti bianche,rosse o blu,ma la cosa importante è il rispetto e la priorità  per le persone,in modo speciale quando questa è disabile, e senza sostentamento.

Gianni Romano

 

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