Al Corso di Oncologia sul Retinoblastoma organizzato dall’AO “Pugliese-Ciaccio” emergono dati confortanti
“Asportare un occhio ad un bambino a causa di Retinoblastoma è un trauma terribile anche per noi medici, non solo per il piccolo e per i familiari”. Questa affermazione dura quanto umanamente comprensibile ha accolto la folta platea del Corso – organizzato e diretto dal dottor Massimo Turtoro, responabile dell’UOC di Oculistica dell’AOPC – su una patologia oncologica che per fortuna riguarda un tumore di nicchia ma non per questo risulta meno drammatica. L’iniziativa dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro ha richiamato oltre un centinaio fra oculisti, pediatri, oncologi, radiologi, anatomo-patologi, anestesisti, infermieri professionali ed ortottisti. E soprattutto ha messo al tavolo della presidenza l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma e lo stesso nosocomio hub del capoluogo di regione. La notizia positiva emersa è che grazie ai più moderni protocolli e soprattutto alla cooperazione fra oculisti ed oncologi i bambini iniziano a guarire e la dolorosa pratica dell’asportazione dell’occhio è passata dal 34% al 9 %, consentendo finalmente di salvare l’organo quando non addirittura la vista del piccolo.
“Una giornata di studio, di confronto e di approfondimento organizzata con grande dedizione e lodevole senso di collaborazione dai nostri medici, un momento di crescita reale e refrattario ad ogni polemica e ad ogni tipo di strumentalizzazione – ha commentato il Dott. Giuseppe Panella, nel portare il saluto del Direttore Generale avv. Elga Rizzo fuori sede per motivi personali, – L’ Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” sta imprimendo un cambiamento epocale al suo interno ed anche questo appuntamento medico-scientifico ne è stato una riprova esemplare. Un evento scientifico concertato a così alti livelli con la presenza contestuale di Ospedale, Università e Bambino Gesù non si era mai tenuto . Segno di una maturità che si fa largo e chiede per l’assistenza sanitaria e la formazione medica un cammino comune – continua il Dott. Panella – in nome delle eccellenze professionali che qui esistono e che in Calabria ed a Catanzaro in particolare possono e vogliono tracciare un percorso continuo di buona sanità, sia di assistenza ospedaliera che di formazione universitaria”. E ancora come neo-referente per l’Azienda Ospedaliera del Progetto Bambino Gesù Calabria ha espresso “l’emozione di ritornare tra gli amici dell’Ospedale in un momento difficile sotto il profilo oggettivo ma stimolante per tanti numerosi motivi.”
L’Ateneo catanzarese è stato rappresentato dallo stesso prof. Scorcia, il quale ha “giustificato” l’assenza del Rettore prof. Aldo Quattrone “di nuovo assorbito dalle vicende della Campanella ma virtualmente presente a questa importante iniziativa. Spero si possa creare questa realtà di chirurgia pediatrica auspicando che venga arricchita da tanti medici calabresi”.
Per il “Bambino Gesù” il dott. Massimo Rivosecchi, Responsabile del Progetto Bambino Gesù Calabria, ha portato il saluto del presidente Giuseppe Profiti e ha sgombrato il campo dalla falsa modestia accreditando al Bambino Gesù “i protocolli migliori nell’approccio alla patologia del Retinoblastoma” e con una importante digressione ha considerato che nei circa dodici mesi di frequenza in Calabria “i professionisti romani non solo hanno dato ma anche ricevuto dai colleghi del “Pugliese-Ciaccio” stimoli e suggerimenti interessanti con una integrazione che significa crescita per tutta la sanità regionale”.
Al termine e durante le tre intense sessioni di lavoro il direttore del Corso Turtoro – il quale in sede di presentazione ha ringraziato pubblicamente la Direzione Generale dell’AOPC per l’appoggio reale e convinto all’iniziativa – è stato a sua volta gratificato dagli ospiti per l’ottima organizzazione e per un’accoglienza particolarmente cordiale.