È terminata la quarta serata del Tarantella Power e sono molti gli spunti di riflessione emersi, che si uniscono al resoconto globale che sarà tratto dopo l’atto conclusivo di questa sera. Come in un ipotetico viaggio alla volta di Badolato, partiamo subito dall’arrivo, dal percorso che dal mare porta fino al Borgo, definito più volte “incantato” da più parti; una delle immagini che rimarrà nella mente di tutti coloro che lo hanno visitato per la prima volta e non. Alla sola vista, questo pittoresco agglomerato trasmette già di suo delle suggestioni uniche, rievocative. Non solo, ispira fantasie sempre nuove, come quella ideata dall’opera realizzata da Roberto Giglio insieme ai bambini, un telo bianco lungo 50 metri esposto in questi giorni lungo “il ponte dell’Immacolata”, visibile dalla via che porta al paesello; ed è nella mente di tutti lo scenario creato dagli effetti laser proiettati sul pendio di case antiche del Borgo di Badolato. E proprio ieri, dopo tre serate, agli occhi di tutti è balzata una frase nuova, che scorreva lungo lo “schermo” al centro del paese; un saluto pensato dal Sindaco e dall’Amministrazione per tutti i partecipanti al festival: “Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattasi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano. Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos’altro in nome dell’amore. (Osho)”. Un messaggio forte, conciso e diretto quello che il sindaco ha voluto trasmettere a quanti hanno raggiunto il borgo ieri sera. Prosegue il viaggio e si pensa. Di Badolato si è detto di tutto e tanto si dirà ancora, sembra destinato in un modo o nell’altro a far parlare di sé. Un giorno ne dicono di cotte e di crude, un altro lo esaltano per le sue caratteristiche e bellezze naturali. Badolato che non muore, Badolato che non si dà per vinto, Badolato che guarda avanti, che continua a pulsare. Quanti lo avranno pensato e quanti ci avrebbero scommesso, dopo le ceneri depositate da coloro che lo volevano seppellirlo solo un mese fa con accuse che ancora oggi risultano prive di fondamento? La macchina organizzativa creata per l’occasione dall’Amministrazione Comunale sembra indistruttibile. Va avanti per la propria strada. Tarantella Power, seppur con i soliti giudizi altalenanti, funziona. E funziona bene. Avete mai fatto un giro per le vie del Borgo in queste serate? Volete davvero asserire che fossero vuote o piene di gente che si lamentava? Provate a pensare cosa significa gestire il terremoto che innescano decine di migliaia di persone che confluiscono in un Borgo.
Chi può dimostrarlo? I numeri. E con i numeri si scherza poco. La gente ha ripopolato il borgo, ha riempito le navette seppur lamentandosi dell’attesa per raggiungere Piazza Castello . È proprio così, corrisponde a verità, nessuno lo nasconde; ma si sa, ai grandi eventi è così. E quella del Tarantella Power, passateci questo termine, è un’imponente operazione che vede tanto lavoro dietro quello che è considerato l’Evento; solo chi lo vive da dentro ne comprende l’intreccio delle professionalità attivate per l’occasione e l’enorme fatica, sfumature comprese, che comporta portarlo a compimento. Badolato investe molte energie su questi Eventi, Badolato sa che tutti possono lavorare e trarre beneficio da queste situazioni, e chi non lo ha ancora capito fa finta di essere cieco o sordo: stiamo parlando di Grandi Eventi Culturali. Perché fare finta di non vedere la gente che riempie il borgo, perché non ammettere che gli introiti aumentano, e non di poco, quando ci si trova di fronte queste serate? Perché non riconoscere alla macchina organizzativa messa in piedi l’arduo compito di gestire un evento così grosso e farlo nel migliore dei modi. Non scherziamo. Il giusto è giusto ma se si esagera serve un limite. E grande ammirazione per lo staff, formato da diverse figure professionali: dai ragazzi che vedete mentre percorrete le strade di accesso al borgo. Già, quei ragazzi che si prendono gli insulti delle persone vi transitano ogni sera, ma tornano ancora più carichi il giorno dopo a dare man forte all’organizzazione, al proprio paese. Vogliamo parlare delle stanze del Comune? Provate a fare un giro da quelle parti e capirete di cosa stiamo parlando. Riflessioni, riflessioni di un viaggio che portano al Borgo, bastano pochi minuti per formularle e si scatenano in men che non si dica, prendono fuoco come la paglia vicino la fiamma. Il tempo di farle, su quella navetta, e siamo in Piazza Castello. Fabulanova, Otello Profazio e la magia del sassofono di Daniele Sepe e la sua squadra, la quarta serata scivola via rapidamente. “Andiamo a vedere la mostra; no anzi, mi hanno detto che c’è una bottega del sarto da visitare; visitiamo da vicino quella chiesa illuminata?; passiamo di qua, c’è del buon vino in questo catojo”. La musica va avanti, si entra nel cuore della notte, gli artisti hanno terminato la loro performance e sono andati via da un pezzo, ma il tamburello picchia forte il suo ritmo e la piazza balla. La magia continua e la mente pensa già alla prossima sera. Già, stasera, purtroppo l’ultima, ma proprio per questo la più speciale. “Che dice il programma? Che facciamo, ci torniamo? Ovvio, poi c’è da aspettare un anno; oppure no? Secondo me s’inventano qualcos’altro ”. Tarantella Power conclude l’edizione del 2013 proprio stasera, con 4 concerti e con i fuochi d’artificio di chiusura. Dalle 19:00: Antigua in Piazza Municipio, a seguire in Piazza Castello con Lamberry Blues, Quartaumentata e Orchestre National de Barbes (unica tappa in Italia). Infine, tutti con il naso all’insù.