Catanzaro – “E’ davvero commovente e degno di lode notare come al sindaco di Torre di Ruggiero stiano a cuore anche le turnazioni degli autisti del 118. Come esperto in materie giuridiche Pitaro avrebbe potuto, certamente più di chiunque altro, documentarsi un po’ meglio circa i compiti del responsabile di un servizio e quelli del Coordinatore professionale sanitario esperto (capo sala) e quindi delle prerogative datoriali, organizzative e gestionali afferenti al ruolo”. Lo afferma il responsabile dell’Unità Operativa Emergenza Sanitaria Territoriale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Guglielmo Curatola, rispondendo a quanto dichiarato sulla stampa locale dal sindaco di Torre di Ruggiero Giuseppe Pitaro.
“Non capisco a quale “bando” si riferisce il sindaco del piccolo centro montano – prosegue il Dottore Curatola – suppongo ad un editto medievale che, ahimè, chiedo venia, non conosco. Di contro è grave ed oltremodo preoccupante prendere atto che, un primo cittadino, nell’occasione sempre il sindaco di Torre di Ruggiero, in forza della sua carica che lo porta ad essere anche la massima autorità sanitaria locale, non sia a conoscenza né che l’ospedale di Chiaravalle (ad un tiro di schioppo dalla cittadina di Torre di Ruggiero), in quanto tale non esiste più, né dell’esistenza, fatto ancora più grave, di linee guida e protocolli emanati dalla Regione Calabria in materia di emergenza sanitaria territoriale che regolano il sistema della rete d’emergenza ai quali le equipe di soccorso devono attenersi scrupolosamente al fine di salvaguardare la salute e la vita dei pazienti. A meno che il Sig. sindaco di Torre di Ruggiero non sia un convinto assertore del ‘fai da te’”.
Il responsabile dell’Unità Operativa Emergenza Sanitaria Territoriale spiega come l’ambulanza con l’intera equipe del 118 stazionano al Centro Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) di Chiaravalle Centrale e quando l’equipe viene inviata per effettuare un soccorso, laddove ritiene si tratti di casi particolari, bypassa il CAPT di Chiaravalle in quanto, seppur presente un Punti di Primo Intervento (PPI) molto attrezzato e la cui efficienza e professionalità degli operatori è stata più volte apprezzata, non può offrire il prosieguo delle cure necessitante per quella data situazione. Risulta quindi estremamente palese il notevole risparmio di tempo che si registra a favore dello sfortunato utente nel prestare le cure più idonee al caso in ambiente ospedaliero più confacente”.
“Ad ogni modo – conclude il Dottore Curatole – l’avvocato Pitaro è libero di credere quello che vuole, ma i fatti sono questi e sono incontrovertibili”.