Carola è libera, si conclude lo sciopero della fame di Simona Ponzù Donato

“Ha agito per adempiere al dovere di portare in salvo i migranti”. Questo è il verdetto del gip che non convalida l’arresto della capitana Carola Rackete,  il quale sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale ma obbligata, perché i porti della Libia e della Tunisia non sono ritenuti porti sicuri. 

Lo sciopero della fame dell’artista Simona Ponzù Donato, in presidio permanente insieme agli attivisti della Casa del Popolo si conclude ieri alle 21, appresa la notizia della scarcerazione della capitana della Sea Watch. Un importante traguardo per coloro che credono ancora nella solidarietà e nel diritto a difendere ogni vita, soprattutto dopo ciò che è accaduto nei giorni scorsi, dopo le minacce e gli insulti che così come per Carola sono piovuti addosso anche sull’artista immediatamente dopo l’annuncio dello sciopero della fame. A poco servono i commenti del Ministro dell’interno Matteo Salvini, che deluso dalla sentenza non ha perso tempo per infangare anche i giudici, non rinunciando nemmeno per un secondo a dare il cattivo esempio ai suoi sostenitori, continuando a legittimare il comportamento intimidatorio e perpetrando il linciaggio mediatico, sottoponendo ogni persona che lo contesta a una vera e propria gogna mediatica.

Con la fine dello sciopero della fame e del presidio permanente si chiude un capitolo, ma la resistenza non finisce di certo qui. La lotta per costruire un paese migliore continua, cosi come la volontà di rivendicare il diritto a restare umani, in totale contrasto con lo svuotamento delle coscienze frutto della propaganda di odio che come una malattia ha intossicato i cuori e le menti, di tutti coloro che la portano avanti senza nemmeno accorgersene. Questa sentenza è una vittoria, per tutti, anche per coloro che oggi si schierano contro e si dimostrano indignati, perché potranno non accorgersene, ma significa che un barlume di speranza in tutta questa disumanizzazione ancora esiste.

L’appello alla cittadinanza a partecipare non è finito con l’emergenza e col presidio, bisogna continuare a essere attivi, specialmente in questo momento cosi duro per il nostro paese. Ecco perché gli attivisti della Casa del popolo chiedono di manifestare il dissenso e la voglia di cambiare le cose con la presenza,  non solo alle iniziative, ma prendendo parte al collettivo, lottando insieme per costruire un mondo più giusto, più umano attivamente.  Con commozione ci stringiamo a Carola Rackete, ai 42 migranti che ora sono in salvo e a tutti coloro che soffrono, agli oppressi, gli emarginati, gli ultimi di una società che troppo spesso dimentica il senso della vita.