Il cadavere di un bimbo murato sotto la cupola della chiesa dell’Addolorata a Placanica: è questo il terribile messaggio arrivato, nelle scorse settimane, alla trasmissione Chi l’ha visto? di Rai Tre attraverso una lettera anonima.
Ora, a distanza di qualche tempo, in queste ore nel piccolo centro reggino sono arrivati gli specialisti del RIS dei carabinieri, il reparto investigativo speciale dell’Arma per avviare tutta una serie di verifiche direttamente sul posto ed, eventualmente, avviare indagini approfondite e defintive.
Subito dopo aver ricevuto la lettera anonima dalla trasmissione di Federica Sciarelli decisero allora di recarsi nel paesino in provincia di Reggio Calabria per andare a fondo in questa vicenda e vederci chiaro. Le prime persone intervistate dall’inviata del programma dicono di non sapere nulla di quanto scritto all’interno di una missiva che descrive minuziosamente il percorso da compiere all’interno della chiesa, a partire da dietro la sacrestia, per inerpicarsi in un cammino fatto di scale e sentieri tortuosi che soltanto un esperto conoscitore del luogo può essere in grado di descrivere con tale dovizia di particolari. Tutte le indicazioni riportate nella lettera, come si vedrà grazie alla collaborazione del parroco, si rivelano infatti corrette. Del bambino, però, almeno apparentemente nessuna traccia: che fine ha fatto? E soprattutto, chi era?
Per rispondere a queste domande e per scoprire che fine ha fatto il corpicino che sarebbe stato murato sotto la cupola della chiesa di Placanica, in un caso che se confermato ricorderebbe tragicamente quello di Elisa Claps, data per scomparsa e trovata morta nel sottotetto della chiesa più importante di Potenza, bisogna ascoltare i racconti degli abitanti del posto. Pare infatti che il primo a parlare della presenza del corpicino di cui ha fatto cenno il piccolo gruppo di cittadini placanichesi che si è rivolto a Chi l’ha visto? sia stato un operaio che negli anni Ottanta ha svolto dei lavori all’interno della chiesa. L’uomo avrebbe fatto questa rivelazione durante un funerale, ma la questione non sarebbe mai stata approfondita. L’operaio in questione, da quanto appreso, sarebbe morto. Ma possibile che nessuno dei suoi colleghi fosse insieme a lui durante quel ritrovamento o che non ne sia stato messo a conoscenza?
Ora con l’arrivo degli specialisti del RIS si spera di avere finalmente risposta alle tante domande che circondano il caso.