La Guardia di Finanza sotto l’egida del Comando Regionale di Catanzaro prosegue la ua incessante attività con l’affiancamento della componente territoriale dei Comandi Provinciali e della componente specializzata costituita dal Reparto Operativo Aeronavale (R.O.A.N.) di Vibo Valentia, articolato lungo tutta la costa regionale sui diversi presidi della Stazione Navale di Vibo Marina e rinforzato dalla componente degli elicotteri della Sezione Aerea di Lamezia Terme.
Nel corso di servizi mirati di controllo originati dalle ricognizioni aeree effettuate dagli elicotteri della Sezione Aerea di Lamezia Terme sono state individuate nel comune di Fabrizia(VV), alcune coltivazioni sospette fra la fitta vegetazione che ricopre le alture e le strette vallive della zona delle Serre Vibonesi.
Si tratta, come è noto a chi ha confidenza con tali aree, di un contesto difficile, con pochi sentieri disegnati e battuti, in cui riescono a muoversi con disinvoltura solo i locali. Considerato il promettente obiettivo, il Comando Provinciale di Vibo Valentia ha organizzato, tramite il Gruppo di Vibo Valentia, un intervento a cui hanno partecipato aliquote della Stazione navale di Vibo Valentia, dipendente dal R.O.A.N. dalla sede di Vibo e, considerata la prossimità delle zone, al limite del confine provinciale reggino, dalla sede di Roccella Jonica, tratte dalla Sezione operativa navale omonima.
I militari, coadiuvati da un elicottero della Sezione Aerea di Lamezia, in funzione di appoggio e di ricerca di ulteriori siti della specie, hanno battuto l’area interessata, risalendo i pendii, e individuando complessivamente, in un contesto privo di sentieri e indicazioni, una rudimentale rete di irrigazione a cui erano collegate, ben 5 piantagioni di canapa indiana occultate dalla vegetazione di difficile accesso. Al termine di una giornata di ricerca complicata dalle condizioni dell’area e dalle alte temperature di questi giorni, i finanzieri hanno estirpato ben 268 Piante, poi distrutte in accordo con l’autorità giudiziaria di Vibo Valentia e acquisiti elementi per le successive indagini tese a individuare i responsabili. Le piante eliminate avrebbero potuto garantire guadagni illeciti sino a 250.000 euro.