Sta facendo discutere in questi ultimi giorni, la petizione popolare avviata dai sindacati CGIL e FILT calabresi, mirata alla raccolta di firme per le dimissioni di Mauro Moretti, Amministatore Delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato. Le motivazione sono quelle ormai note da anni: abbandono del trasporto ferroviario regionale ed a lunga percorrenza su tutto il territorio calabrese, ed in particolare sulla fascia Jonica, con gravissime ricadute sulla mobilità interna ed interregionale. Non indifferenti neppure gli enormi disagi provocati dalle continue soppressioni improvvise di treni regolarmente previsti in orario, o i ritardi provocati da guasti al materiale rotabile, ormai in maggior parte vetusto e poco performante (basti pensare che le tutto sommato meccanicamente valide ALn668 serie 1000 della DTR Calabria, iniziano ad avvicinarsi ai 40 anni di servizio!). Gravi mancanze denunciate anche nella manifestazione, organizzata ancora una volta dalla CGIL, tenutasi a Roma, davanti al palazzo del Gruppo FS in Piazza della Croce Rossa, lo scorso 22 giugno.
Inoltre, come un vero e proprio fulmine a ciel sereno (anche se in realtà prevediamo altri… fulmini nei prossimi mesi), nei giorni scorsi è giunta la notizia di una quasi certa soppressione di quattro Regionali appartenenti alla Divisione Trasporto Regionale calabrese, a partire dal 14 luglio: si tratta dei treni R2433 da Sapri (17, 40) a Reggio Calabria (21, 25), R12652 da Reggio Calabria (5, 10) a Cosenza (9, 10) via Tropea; R12698 da Paola (15, 55) a Sapri (17, 10); R22466 da Cosenza (7,50) a Paola (8, 15). Oltre a non essere ancora ben chiaro se tale provvedimento risulta temporaneo per il periodo estivo, non si può non notare che probabilmente l’utilità di questi treni raddoppia proprio nella stagione calda! Servendo infatti la costa tirrenica calabrese del tropeano, e soprattutto la tratta Cosenza – Paola – Sapri, sviluppatissima turisticamente specie nell’area di Diamante e Maratea, a cavallo tra Calabria, Basilicata e Campania, tali collegamenti risultano fondamentali per gli spostamenti dei turisti residenti nella zona, e permettono quindi un valido interscambio di flussi di villeggianti tra le tre regioni. Una vera e propria follia, senza dubbio, che ha ovviamente fatto saltare i nervi ai vari movimenti sindacali della nostra Regione, che hanno appunto iniziato a promuovere la raccolta firme, destinata sia ai calabresi, che ai turisti, che come gli abitanti locali, subiscono innumerevoli disagi durante il periodo più atteso dell’anno.
Sicuramente un buon segnale, dopo il silenzio ed il disinteresse quasi totale degli scorsi anni…peccato però che ancora una volta si attacchi e si punti alle (inutili) dimissioni di chi, per una volta, non c’entra niente! Vediamo perchè…
Come ribadiamo ormai dal lontano 2007, poco dopo “l’entrata in esercizio” del blog Ferrovie in Calabria, è quasi totalmente inutile scaricare le colpe delle mancanze del trasporto Regionale ed a Lunga Percorrenza (in questo caso è forse un po’ più giustificato, come faremo notare tra poco), sul Gruppo Ferrovie dello Stato, o Trenitalia, o a volte addirittura RFI, non riuscendo ancora a comprendere bene quale sia l’ordinamento e la funzione di ognuna delle società costituenti il Gruppo!
Del resto, la parola stessa “Trasporto Regionale” dovrebbe bastare per far capire il concetto: a partire dal 23 maggio 1993, con la scomparsa della classificazione di “Treno Locale” e la trasformazione in “Treno Regionale”, infatti, è stato avviato un processo (ormai conclusosi nel 1999), di trasferimento delle competenze sul trasporto ferroviario a breve distanza, dallo Stato alle Regioni, ed in alcuni casi anche alle Provincie. In parole più semplici, sono le Regioni a stilare un orario ferroviario, studiato secondo le esigenze di mobilità del posto, e finanziare l’Impresa ferroviaria che offre il servizio richiesto. Le norme (imposte dall’Unione Europea) prevedono addirittura la possibilità di effettuare delle gare d’appalto, attraverso le quali scegliere un’impresa che offra il servizio richiesto dal committente (Regione), al prezzo più basso. Inoltre, ancora le Regioni, possono addirittura acquistare autonomamente nuovi treni, da affidare poi all’impresa ferroviaria che gestisce il servizio.
E’ ciò che è stato compiuto per esempio in Lombardia, in Trentino Alto Adige, in Friuli Venezia Giulia o in Emilia Romagna, Regioni che tra l’altro hanno promosso anche una valida integrazione tra la ferrovia ed i trasporti su gomma…ed in qualche caso addirittura con quelli urbani, marittimi e lacuali!
Non dimenticando ovviamente che anche in questi casi i disservizi sicuramente non mancano, riteniamo sia inutile sottolineare che molto probabilmente, nostalgie da appassionati a parte, grazie a queste scelte servizio è decisamente migliorato rispetto a dieci, quindici o venti anni fa.
Calabria!
Mentre la Lombardia o l’Emilia Romagna nel 2002 (e forse anche negli anni precedenti…) progettavano nuove tratte ferroviarie, raddoppi e quadruplicamenti di quelle già esistenti, iniziavano ad acquistare decine di nuovi rotabili, a promuovere l’integrazione ed a “regionalizzare” le storiche aziende ferroviarie amministratrici delle linee concesse locali, utilizzando anche fondi europei, nei palazzi regionali di Catanzaro e Reggio Calabria, cosa accadeva? Il nulla e la classica inedia che molto spesso ci contraddistingue? Magari! Accadeva ben di peggio!
Nei palazzi regionali calabresi, quando ancora le disponibilità economiche erano rilevanti, si iniziava a finanziare, senza controllo, l’acquisto di centinaia di nuovi autobus destinati ad imprese private, si iniziava ad ignorare l’esistenza di decine di autocorse parallele ai percorsi della ferrovia, si dimenticava di possedere all’interno del territorio un’enorme risorsa chiamata “Ferrovie della Calabria”, parzialmente salvate in extremis da un fallimento devastante.
Non è mai stato stilato un vero e proprio contratto di servizio tra la Regione Calabria e Trenitalia, l’azienda del Gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa del trasporto di cose e persone, e che gestisce il trasporto locale su ferro “a scartamento ordinario” nel nostro territorio…attività che in altra Regione, probabilmente, sarebbe monopolio delle Ferrovie della Calabria da un pezzo!
In pratica, si è puntato in modo quasi esclusivo al trasporto passeggeri su gomma, tra l’altro in modo inorganico, disordinato ed incomprensibile da un povero viaggiatore proveniente da fuori Regione, ed in qualche caso anche per i calabresi stessi!
Una miriade di piccole e medie imprese, scoordinate tra di loro, che in parte finanziate dalla stessa Regione da contratto ed in parte “a mercato”, gestiscono una sorta di strana rete di autolinee, dagli orari molto vaghi, introvabili su internet e molto spesso con tanto di corse fantasma…o corse scomparse di punto in bianco, peggio dei terrificanti Regionali Melito di Porto Salvo – Rosarno e vv, la quale effettuazione è giornalmente un terno al lotto. Neanche a dirlo, ovviamente, non esiste nè integrazione tra imprese stesse (private e Ferrovie della Calabria), men che meno tra imprese private e trasporto su ferro.
Inoltre l’offerta su gomma calabrese è strutturata principalmente lungo le coste, dove il treno dovrebbe essere l’unico mezzo di trasporto pubblico esistente, mentre dalle coste verso l’entroterra, la carenza di servizi di trasporto pubblico su gomma (ed in tal caso non ci sarebbero alternative all’autobus!) è quasi cronica, ed andrà probabilmente a peggiorare, visto e considerato che il pentolone del trasporto stradale a tutti i costi “made in Calabria”, sta ormai per saltare in aria definitivamente.
Perciò, riassumendo…il riassunto, la Regione Calabria di ogni colore politico (iniziando dai tempi dell’esecutivo Chiaravalloti di centro-destra, passando da quello Loiero di centro-sinistra ed arrivando all’attuale Scopelliti di centro-destra) ha investito poco e niente sul trasporto ferroviario, specialmente per quanto riguarda l’acquisto di materiale rotabile, portando quindi ad una lenta riduzione dello stesso, per “morte naturale” dei vecchi treni ormai giunti al termine della loro decennale carriera.
Una vera e propria elemosina il finanziamento annuale destinato a Trenitalia ed erogato dalla Regione, per garantire il magro trasporto locale su ferro: 64 milioni di Euro, che tra l’altro, come da testuali parole, da quanto siamo a conoscenza, nonostante sia in corso il Piano Regionale di riorganizzazione dei Trasporti, dovrà addirittura “essere ridotto perchè non ci sono più soldi”.
E’ allora colpa di Trenitalia ed addirittura di Mauro Moretti, se i treni Regionali in Calabria non funzionano? Se i treni Regionali sono vecchi e si rompono, e se ce ne sono pochi? Davvero crediamo che un’eventuale dimissione di Mauro Moretti porterebbe ad un’inversione di tendenza? Premesso che al massimo le dimissioni da richiedere sarebbero quelle di Vincenzo Soprano, AD di Trenitalia, che ripetiamo è l’azienda che si occupa del movimento dei treni, riteniamo sia assolutamente inutile prefissare un simile obiettivo! Perchè la nostra CGIL, assieme agli altri sindacati, non promuove una campagna mediatica contro l’incompetenza che da anni regna all’interno della Regione Calabria? Una campagna mirata all’integrazione tra vettori, e non allo squilibrio totale del trasporto pubblico. Com’è possibile che nel 2013, parti sociali che dovrebbero essere bene a conoscenza degli attuali ordinamenti statali, non si rendano conto che tali battaglie appartenenti al periodo che va dagli anni ’60 all’inizio dei ’90, sono ormai totalmente sorpassate ed inutili…in quanto si combatte contro i mulini a vento? I bersagli delle raccolte firme, delle class action e di iniziative simili, sono cambiati da anni…è forse la nostra Calabria che non è ancora cambiata, e rimane legata a strutture ormai inesistenti, con buona pace dei politici corrotti, della criminalità organizzata…e dell’ignoranza che continua ad aleggiare tra i due mari.
Concludiamo il post con un cenno alla Lunga Percorrenza: se il trasporto Regionale viene appunto finanziato dalle Regioni, quello a lunga percorrenza di base (treni InterCity ed InterCity Notte), è sovvenzionato direttamente dallo Stato Italiano. Trenitalia si occupa quindi di assicurare anche servizi che, forse (ma di questo non ne siamo davvero certi…), non riuscirebbero a sopravvivere senza un supporto finanziario pubblico, atto a coprire le perdite. Se tali finanziamenti si riducono, Trenitalia, che è pur sempre una Società per Azioni che mira all’attivo o al massimo al pareggio di bilancio, per quanto di totale proprietà pubblica, si trova quindi costretta a ridurre un segmento di trasporto, che può essere quello notte o diurno dell’offerta InterCity.
In questo caso però continuiamo a rimanere dell’opinione che Trenitalia, in questi ultimi anni, abbia puntato esclusivamente sull’Alta Velocità come servizio a mercato…quando molto probabilmente il traffico notte, se riorganizzato e strutturato in modo serio, avrebbe potuto continuare ad essere la spina dorsale del trasporto ferroviario italiano, seppur rivisto in chiave moderna, e magari anche maggiormente integrato con l’AV.
Il risultato di tale disinteresse, nonostante il mantenimento dei finanziamenti pubblici per evitare la soppressione dei pochi treni notte rimasti, è quello giornalmente sotto gli occhi di tutti: il ritorno di parassiti nelle carrozze con posti a sedere ed a cuccette, la riduzione scriteriata delle vetture letto in composiione (decine di carrozze MU ed UIC-X a cuccette da 6 posti, costosamente ristrutturate, sono tutt’ora accantonate in balia degli eventi…senza dimenticare le nuovissime letto Excelsior, utilizzate per poco più di dieci anni e poi abbandonate!) , l’allungamento infinito delle tracce orarie, e nonostante tutto, in molti casi, i ritardi incomprensibili.
Vogliamo però includere una piccola nota: per quanto riguarda la Calabria, anche se i treni notturni non possono essere direttamente finanziati dalle Regioni, non si può negare che l’interesse politico verso questa tipologia di servizio, è sempre stata quasi nulla, se si esclude un minimo di pressione recente dell’Assessore Fedele, per il ripristino di un collegamento diretto Jonica – Milano…finito come ben sappiamo!
In Puglia o in Friuli Venezia Giulia, ma anche nella stessa Sicilia, quel rimanente servizio notte, è stato salvato a suon di durissime battaglie politiche…battaglie contro gli organi giusti, ovviamente!
Cosa sperare da questo articolo? Che il trasporto pubblico della nostra regione possa migliorare? Non esageriamo: per adesso l’unica nostra speranza è che i calabresi, cittadini, sindacalisti e politici, giovani ed anziani, aprano gli occhi ed inizino a capire prima di tutto con chi protestare e chi mandare davvero a casa, per il bene della collettività.
ROBERTO GALATI – ASSOCIAZIONE FERROVIE IN CALABRIA