La grande lezione

foto121Finalmente l’ho capita. Meglio tardi che mai. Ho capito che quello che veramente piace della Calabria è tutto ciò che sopravvive ancora oggi della sua barbarie primitiva, il suo cuore di tenebra, la sua torva, subdola, ostinata ferocia, i suoi riti ancestrali di faide familiari riconducibili forse al mito magno-greco. Stesicoro, del resto, era un calabrese di Gioia Tauro e fu “proprio lui”, detta alla Sandro Piccinini, a fornire per primo ai tragici Greci abbondante materiale da cui attingere per le loro saghe familiari, “telenovele” d’infiniti lutti, dove il sangue chiama sangue, nell’osservanza scrupolosa della legge del taglione. Impariamo da Stesicoro dunque. Si può uccidere un proprio fratello davanti agli occhi terrorizzati di sua moglie e di una figlia dentro uno psicodramma parossistico familiare? Sì, se il fine è nobile, educativo, artistico e soprattutto risolutivo (la chiusura del cerchio delle vendette, mettere la parola fine allo spargimento di sangue, al Problema). Ebbene, prendiamo seriamente atto e impariamo che questa è la Calabria che piace, è inutile girarci intorno. Ecco la Calabria che merita di essere sceneggiata e portata sugli schermi, quella cupa, selvaggia, che turba le coscienze, che atterrisce, che morbosamente affascina, che attrae, che cattura, che solletica istinti primordiali, che spaventa. Insomma, quella che merita l’attenzione del Cinema e ora anche la visita ad Africo dei primi cineturisti curiosi di vedere i luoghi dove si sono svolti gli ammazzamenti. Chi non l’ha capito resta fuori. Peggio per lui. Piace perché c’è il vero pathos. Fa riflettere. Fa crescere. Risolve. Riscatta. Perché è Cinema di denuncia. Il resto, tutto il resto, non ha alcun senso perché lo trovi in Calabria come in tutte le altre regioni d’Italia e quindi non interessa al Cinema. Impara, giovane cineasta: questa deve essere la rappresentazione ufficiale, assoluta (e la più redditizia e vincente) della tua Calabria perché coglie nel segno l’immaginario collettivo. Il nostro vero volto è quello antico, il nostro vero mondo è quello arcaico. Altro che cultura e modernità! Non abbiamo sviluppato altro di noi se non l’orrore. Il grottesco. Il patetico. Questo gli altri ci riconoscono e questo si aspettano da te. Tutto il resto non conta. Tutto il resto è cinematograficamente noia.

Maurizio Paparazzo

 

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