Gagliardi mantiene la propria coerenza difendendo la libera scelta di Castanò e Prunestì e rivela la scomoda posizione del candidato del PD Giulio Moraca, presidente della società Schillacium che ha un contenzioso con il comune di Soverato per 4 milioni di euro, che si deciderà nel 2019
Un confronto reale e per molti versi coraggioso, quello tra Ernesto Alecci e Antonello Gagliardi che fa luce sui rapporti politici passati e presenti dei due avversari delle elezioni del 2104 che ammettono di ritrovarsi oggi uniti nel comune obiettivo di voler continuare la loro azione a favore del bene di Soverato e dei soveratesi; lontani da personalismi e interessi occulti. Nessun filtro alle domande dei presenti in sala che sollevano anche i punti più scomodi del rapporto politico tra Alecci e Gagliardi senza soprassedere sui contenuti che hanno portato Gagliardi a sfiduciare l’ex sindaco di Soverato. Non un confronto buonista ma un dialogo sincero che conferma la coerenza dell’ex leader di semplicemente Soverato che conferma l’autonomia di un progetto mai “venduto”, astenendosi dall’indirizzo di voto nei confronti di una delle liste in competizione, ritenuto come offensivo nei confronti dei soveratesi.
<<Mi attribuiscono un potere che non ho- esordisce Gagliardi- nelle richieste portate avanti da alcuni esponenti che mi considerano capace di gestire 600 voti nella cittadina di Soverato. Il progetto di “Semplicemente Soverato” non ha preso parte a questa campagna elettorale quando ho capito di non avere una squadra per affrontarla. Una squadra che avrei voluto si costruisse attorno la figura di Franco Barone a cui avrei accordato una candidatura da consigliere ma che non si è concretizzata. Questa è la prima sede in cui sono entrato, non ho dialogato con nessuno e mi brucia sentire dire che Castanò e Prunestì hanno tradito Antonello Gagliardi perché hanno scelto liberamente un progetto che oggi è diverso. Non ho mai avuto nulla contro Alecci a cui avevo chiesto di essere diverso da chi lo circondava e ora che con le sue scelte ha dimostrato di esserlo, credo che possa lavorare per il bene di Soverato e da privato cittadino non mi sottrarrò qualora mi fosse richiesto dal dare il mio contributo>>.
Nell’incontro Gagliardi non abbandona il suo lavoro di ricerca e approfondimento degli atti che lo ha reso popolare nella cittadina ionica a cui consegna una nuova e inquietante denuncia che pone un grosso punto interrogativo sul ruolo futuro di Giulio Moraca candidato della lista PD Oltre e già presidente della ditta Schillacium, quella che gestiva la raccolta rifiuti per il comune di Soverato, comune che deteneva il 12% delle quote societarie contro il 3 % degli altri comuni. <<Penso che i programmi presentati siano tutti molto belli ma bisogna dimostrare di conoscere la reale situazione del comune di Soverato. Io sono stato citato in molti confronti e non da questa lista, e ringrazio Matacera che in due parole ha detto la mia posizione sulla questione finanziaria all’ex assessore all’ambiente, all’ex vicesindaco e all’ex assessore al bilancio del Comune di Soverato (guarda caso i problemi della nostra città sono: ambiente rifiuti e bilancio). Andare a dire che Gagliardi ha combattuto solo per il dissesto è disonestà pura. Ho cercato fino alla fine di evitarlo anche nella riunione in cui Ernesto è riuscito a portare il dottore Cirò Cambiano, colui che ha sottoscritto tutte le delibere della Corte dei Conti. Sarebbe stato possibile salvare il comune se ci di fosse impegnati a dire la verità. Quando il comune ha subìto il commissariamento con il commissario Rizzo si apprende dell’esistenza di 1 milione 500mila euro di debiti fuori bilancio riferiti agli anni 2005, 2006-2007. Mi chiedo perché non sono stati tirati fuori nei bilanci e nei rendiconti? Arriva un altro commissario (Ernesto non ha colpe perché lui ha tentato di fare il suo chinandosi 24 ore su 24 sulle carte) e Mottola di Amato dichiara 600 mila euro di debiti e altri 100 mila nei giorni scorsi. Chi oggi è candidato in altre liste non sa quello che dice, è in cerca di voti dicendo bugie e falsità concentrandosi a screditare gli altri. E la prova è che il comune di Soverato aveva dichiarato di non avere debiti fuori bilancio con la società Schillacium di cui Moraca era o è presidente, salvo poi apprendere che in corso c’è un processo civile tra la ditta e il comune di Soverato in cui la società di Moraca chiede al comune 3 milioni800mila euro. La causa si svolgerà nel 2019>>. Una rivelazione che apre lo scenario ad una possibile incompatibilità? Difficile dirlo senza, certo è che la questione getta un ombra quantomeno su una delicata questione morale che chiama in causa il candidato a sindaco del PD oltre Giulio Moraca e il suo candidato consigliere Salvatore Riccio, amministratore del Comune di Soverato al tempo della discussa nomina di Moraca che Gagliardi ammette essere stata contestata per una modifica allo statuto che qualcuno aveva avvertito come pilotata.
<<Non ero al corrente del contenzioso che si risolverà tra 4 anni- commenta il candidato Ernesto Alecci- e che apre una questione morale e di opportunità non di poco conto. Mi chiedo come chi ha dimostrato l’incapacità di gestire una società, poi fallita, possa proporsi ad amministrare la città di Soverato. Perché delle due cosa una sarà vera: o la Schillacium è fallita perché chi la doveva gestire non l’ha saputo fare o è fallita per l’incapacità dell’ amministrazione di pagare quanto dovuto. Ora nel primo caso la persona chiamata in causa sarebbe il candidato a sindaco, nel secondo le persone candidate con lui. Questa è solo una piccola riflessione a voce alta dinanzi quanto oggi appreso, ma sembra chiaro che ci siano interessi importanti e nomine politiche ben retribuite che vanno avanti da 10 anni. La vecchia politica del clientelismo, dell’incarico politico lautamente pagato continua. E vuole ancora continuare. Il nostro obbiettivo è scuotere le coscienze e chiedere uno scatto di orgoglio. Perché se siamo in questo stato, è colpa della politica che tutela i pochi (che sono sempre gli stessi) a discapito della città. Non accettiamo più questa cappa che sta opprimendo Soverato e che va spazzata via. Ci vuole uno SCATTO DI ORGOGLIO. Non posso credere che Soverato abbassi ancora la testa e faccia spallucce. Soverato è altro, i calabresi sono altro. Abbiamo una storia e una cultura che non può essere svilita da poche persone che hanno incarichi politici. In questa lista non ci sono persone con incarichi politici, nessuno lavora a “Calabria etica”, nessuno lavora in strutture politiche regionali, nessuno ha nomine in società partecipate pubbliche e nessuno vive da anni grazie alla politica. Contro l’interesse di pochi c’è in ballo il riscatto di un’intera comunità e bisogna avere l’orgoglio da cittadini e da uomini liberi di dire basta. NOI SIAMO LIBERI E POSSIAMO RENDERE LIBERA SOVERATO, CON UNO SCATTO DI ORGOGLIO>>.
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