Un’autovettura prodotta tra Calabria e Puglia, con l’obiettivo di rilanciare l’occupazione attraverso un investimento di circa 90 milioni di euro a cui si aggiunge una somma di pari importo per la fase di ricerca che è stata già completata. Almeno 400 le unità lavorative per la Calabria nel primo anno e fino ad un obiettivo di circa 800 unità dopo la fase di lancio.
L’iniziativa imprenditoriale è stata illustrata a Catanzaro, dopo la presentazione ufficiale avvenuta in Puglia, alla presenza del presidente della Regione, Mario Oliverio, del rappresentante della società investitrice, la Lcv Capital Management, Tony Bonidy, i rappresentanti di Invitalia, il vicepresidente della Regione, Vincenzo Ciconte, e l’assessore Carlo Guccione. L’area calabrese interessata sarà quella di Gioia Tauro, dove la Regione ha concesso il capannone della ex Isotta Fraschini, pari a 26mila metri quadri, con la possibilità di raddoppiare gli spazi a disposizione.
E’ qui che l’auto sarà realizzata e assemblata, mentre nello stabilimento OM di Modugno, in provincia di Bari, saranno realizzati la scocca e altre componenti che poi raggiungeranno la Calabria per la fase finale.
Si tratta di un’autovettura di fascia C, già brevettata e prodotta negli Stati Uniti con alcuni prototipi. Sotto il motore ci sarà un primo Diesel da 165 cavalli, ma l’obiettivo è produrre ogni genere di motorizzazione, ma anche un furgoncino da lavoro. Per l’aspetto lavorativo meno della metà del personale arriverà dal bacino dei cassintegrati, mentre il resto sarà composto da nuove assunzioni.
«Si tratta di un progetto che rappresenta uno dei maggiori investimenti per la nostra regione, se non il più importante – ha spiegato Oliverio – e dopo mesi di intenti passiamo ora alla fase di realizzazione. Le esperienze del passato hanno provocato scottature e pessimismo, lo capisco».
La prima autovettura potrà uscire dallo stabilimento sedici mesi dopo l’avvio dei lavori e l’obiettivo è quello di vendere per il primo anno circa 20mila unità. Il mercato a cui ci si rivolge sarà per i primi dodici mesi quello italiano, quindi spazio a Francia e Spagna, poi esistono già contatti con il Nord Africa. Da Gioia Tauro, infine, partiranno le autovetture per i mercati vicini.
«Questo percorso – ha aggiunto Oliverio – richiede anche un impegno forte dei sindacati e organizzazioni di categoria. Avere due regioni in campo è un punto di forza rispetto alla debolezza che il Mezzogiorno ha registrato negli ultimi decenni».
Tony Bonidy, origini calabresi con i nonni che vivono a Miglierina, centro alle porte di Catanzaro, ha sottolineato l’importanza del realizzare un’autovettura con «pannelli in materiale composito tra plastica e vetro, brevettato e che consente un minimo utilizzo di robotica, eliminando completamente la verniciatura».
«Il progetto prevede una proposta inedita per il Mezzogiorno che vede insieme – ha aggiunto il presidente Oliverio – due regioni e questo è un punto di forza. Dopo mesi di lavoro credo fosse giusto aprire una discussione pubblica e trasparente. Inoltre è giusto che in sede Mise ci siano tutti i chiarimenti necessari per chiudere al meglio, ma il percorso è già al 90%. Sono sicuro che con l’incontro di oggi abbiamo fatto un passo in avanti». Intanto i 194 ex lavoratori della Om restano cauti e sperano che la vertenza si chiuda positivamente, a differenza di quanto capitato con la Metec, che dopo aver annunciato un piano per Modugno decise di trasferire gli investimenti su Termini Imerese.
«Il rapporto qualità-prezzo e le caratteristiche – ha aggiunto Anthony Bonidy, manager Lcv – innovative del nostro prodotto, in particolare il rapporto peso-potenza pari al 50% in meno di un auto normale, ci consentiranno di vendere un adeguato numero di macchine. Non siamo preoccupati dalla competizione con la Fiat o dalla concorrenza, che è sempre cosa positiva».