La gente poco intelligente, che denigra nel 2015 la donna che pratica il gioco del calcio fa realmente capire quanto questo mondo ancora sia rimasto un po’ indietro. È proprio questo il motivo che mi spinge ad aprirmi così tanto, da assessore allo sport sono difronte ad una realtà che è poco piacevole, lo sport in generale è già di suo grandioso, ogni singola attività pure. Partecipo a vari eventi, e mi basta guardare negli occhi ogni singolo sportivo che sia un bimbo o una persona più adulta, per capire quanto sia grande la passione che ci mettono in ciò che fanno. Ci troviamo davanti a scena come questa, un presidente che dovrebbe rappresentare tutte noi, cosa fa? Denigra il calcio femminile che prima di tutto è composto da donne. Continuo a provare sofferenza e rabbia, le parole del presidente Belloli, hanno toccato tutte noi, e da amante del calcio mi sento tradita ed offesa. Se tutto ciò fosse vero, chiedere le dimissioni del presidente Belloli è il minimo. Una battuta infelice, poiché ognuno nella sua vita è libero di fare le proprie scelte. E’ giusto lanciare un messaggio chiaro e diretto, sarebbe opportuno che chi rappresenti tutti noi, e tutto il mondo del calcio fosse più rispettoso e diverso. Le donne, e in questo caso noi calciatrici, meritiamo rispetto, colui che ha tolto fuori tale espressione dovrebbe a suo modo rappresentarci.
Nel 2015 non possiamo permetterci di avere dirigenti che tolgono fuori frasi discriminatorie, che non hanno nulla a che vedere, con ciò che in realtà lo sport debba trasmettere, ovvero sani valori. Magari il problema lo vediamo in pochi, pochissimi. Come si fa a cercare aiuto a chi il calcio femminile lo ha spinto in quel baratro? Il calcio femminile è ben altro, è talmente bello che mi appare sgradevole accostare queste frasi, è fatto di caratteristiche, quali tecnica e tenacia che solo le donne sanno esprimere. E ora che si venga giudicate per ciò che si fa in campo, siamo delle atlete e vorremmo diventare professioniste. È giunta l’ora di iniziare ad apprezzare lo sforzo di tutte noi ragazze che siamo dilettanti e che ogni giorno ci impegniamo con tanta determinazione. Le dimissioni a mio avviso sono d’obbligo. Sono espressioni di ignoranza e mancanza di educazione fondamentale. In campo mettiamo impegno e tutto quello che abbiamo. Sono parole che restano, parole che oggi al solo sentirle fanno male, essere etichettate per un qualcosa che non c’entra con il calcio, ma ogni qual volta si parli di calcio femminile si evidenziano sempre questi aspetti spiacevoli, tutto ciò è inaccettabile. È ora di affidare il calcio femminile a chi è in grado di farlo crescere e migliorare. Dunque questa frase è la dimostrazione di come il calcio femminile ha difficoltà a crescere e ad uscire fuori in italia, rispetto al resto del mondo. E mi rivolgo a Lei presidente Belloli, se solo potesse sapere quanti sacrifici fa ogni singola ragazza per realizzare un sogno. Ci si allena, si gioca, si sta lontani da casa, a volte anche senza percepire nessun compenso. Lo si fa per amore, lo si fa perché noi ci mettiamo il cuore, perché a noi il mondo del “lusso” non ci appartiene. Siamo noi le tesserate che tu proprio tu, caro presidente dovresti rappresentare, siamo quelle che percorrono km e km per una trasferta, e per amore verso questo sport, viaggiamo notte e giorno arrivando magari al campo giusto in tempo per indossare gli scarpini e scendere in campo. Siamo esseri a volte sconosciuti, e forse ci meravigliamo del vicino di casa quando alla risposta: si, gioco a calcio però femminile, sgrana gli occhi, e magari ci sbatte in faccia la porta come se giocare a calcio per le donne fosse un reato.
Di cosa ci meravigliamo? Quando ad etichettare noi, è lei il primo a farlo.
E allora, caro Presidente, non me ne voglia, ma lei dovrebbe rappresentarci e dovrebbe rappresentare noi che portiamo avanti in Italia uno sport che altrove è molto avanti, ed è senza ombra di dubbio, uno sport RISPETTATO. Da autorità politica, da giocatrice, ma prima di qualsiasi altra cosa, da donna domando a me stessa e rivolgo la domanda a tutti voi: si parla tanto di lotta alle discriminazioni di qualsiasi tipo, e alla lotta per le pari opportunità. A parole come siamo messi? In italia, molto bene.. peccato che viaggiamo sempre in un’altra direzione. E allora, tra il dire e il fare, il mare è veramente grande e sta in mezzo. Ancora una volta si è fatto centro, e proprio su noi donne, perché da atleti si passa sempre ad essere altro.
Concludo, con un pensiero che credo visti i vari commenti, e le varie dichiarazioni anche da parte di altre mie colleghe calciatrici, che un uomo che mostra così tanto disprezzo e indifferenza dinanzi alle donne che praticano sport, ahimè non merita di rappresentarci.
Un po’ di rispetto in più non guasta, è solo uno stimolo in più per far crescere moralmente questo sport che viene mal visto o seguito poco.
CHIEDIAMO RISPETTO!
Rossana Rovito