Osservare il cielo abitare la terra

00Un dialogo tra un sacerdote astronomo, un biblista, un filosofo e un biologo. Punti di vista diversi, talvolta anche opposti, si sono confrontati nelle due conferenze dibattito svoltesi presso l’Auditorium del Pontificio Seminario “San Pio X”. A moderare i due dibattiti Don Domenico Concolino, teologo e cappellano dell’università Magna Græcia di Catanzaro.

Tema della prima conferenza è stato Cosmologia e saperi religiosi: un confronto possibile. Presenti gli alunni delle quinte classi del liceo scientifico “L.Siciliani” e del liceo classico “G. Sirleto”. A relazionare, Mons R. Scaturchio- Biblista e Rettore del Seminario “Pio X” che, partendo dalla lettura del salmo 8, ha parlato del rapporto del mistero di Dio nella relazione con il Creato e con l’uomo. Egli, pur essendo piccola cosa rispetto all’immensità o al cosmo, mantiene una sua altissima dignità in virtù della sua specialissima relazione con il Dio da cui proviene ogni cosa. Il prof A. Omizzolo – sacerdote, astronomo e membro della Specola Vaticana- ha sottolineato come la cosmologia scientifica si radichi sulle due grandi teorie fisiche del XX secolo- relatività generale e meccanica quantistica-,la relatività descrive bene quanto si osserva anche se non riesci a spiegare in maniera esaustiva la complessità del fenomeno del big bang; l’universo primigenio era formato da Idrogeno ed Elio, dopo 13, 5 miliardi di evoluzione presenta una strana composizione rappresentata per circa il 95% da materia ed energia oscura. Quindi ciò che noi conosciamo è solo il 5% e questo apre la strada a tutta una serie di domande aperte sul destino dell’universo.

Al centro del secondo dibattito è stata invece la contrapposizione tra fede e modernità, il sorgere della vita nell’universo. Presenti gli alunni del seminario maggiore “San Pio X”, del Seminario Minore “G.Sirleto”, dell’istituto superiore di scienze religiose “Maria Mediatrice” e numerosi laici. Sono intervenuti il prof A.Omizzolo, il prof F. Trapasso- professore di patologia generale presso l’Università Magna Græcia di Catanzaro- e la prof S. Miscioscia- docente di filosofia presso l’Istituto Teologico Calabro-

Secondo il prof Trapasso,la scienza non è ancora in grado di dare una risposta su come la vita è nata sulla terra. L’origine della vita ha sa sempre rappresentato un mistero in grado di intrigare e stimolare la curiosità dell’uomo. La scienza ha stabilito, dopo numerose prove e talora bizzarri tentativi, che le prime forme di vita sono rappresentate da semplici batteri primordiali che si sono successivamente evoluti costituendo gli antenati comuni di forme di vita più organizzate e complesse. La scienza è riuscita a sintetizzare in laboratorio molecole organiche a complessità chimica crescente in condizioni sperimentali tendenti a simulare l’ambiente terrestre presente agli albori del pianeta. Malgrado gli sforzi, il mistero sulle origini della vita sulla terra rimane irrisolto e la scienza al momento non è in grado di fornire una valida soluzione.

L’intervento della prof Miscioscia si colloca esattamente a metà tra le due posizioni, quella dell’astronomo e quella del biologo. A partire dalle conclusioni apportate dalle posizioni scientifiche, la professoressa ha spiegato come e quanto l’apporto è tanto più “scientifico” quanto più è affidato a motivi “razionali” e non “casuali” o “irrazionali. Sulla scia del canto XXXIV dell’Inferno, ci si chiede se ha senso per l’essere umano “guardare le stelle” ma, soprattutto, “guardarsi dal punto di vista delle stelle” così da uscire da un’ottica meramente “terrestre” e inserirsi in un contesto più ampio.

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