Le opere, dopo l’inaugurazione di questa sera, rimarranno esposte presso La Sfera nel quartiere Lido fino al 26 aprile
Un viaggio nell’animo di una donna che ha deciso di trasformare il suo travaglio interiore in arte. Poesia e pittura sono i linguaggi prediletti da Angela Caminiti, un’insegnante di scuola elementare di origini siciliane, che a Catanzaro si è trasferita fin da piccola e che, fin da piccola, ha coltivato la passione per la pittura ereditata dal padre e dallo zio. “Ho cominciato ad assaporare la bellezza della pittura a cinque, sei anni quando vivevo a Fiumefreddo di Sicilia, osservando nel dipingere in particolare mio zio, valente pittore. Il mio primo dipinto l’ho fatto a sette anni: un paesaggio in miniatura su un sasso levigato”, ha raccontato l’artista. Un’autodidatta, che non ha avuto un indottrinamento sulle tecniche pittoriche. Un’innamorata della pittura: la voce delle sue emozioni. Emozioni di cui la Caminiti, attraverso i suoi dipinti, vuole rendere partecipi gli altri. Tutti coloro che avranno la possibilità di fare un salto a “La Sfera”, nel quartiere Lido di Catanzaro, dove trenta sue opere, dopo l’inaugurazione di questa sera alle 18:30, rimarranno esposte il 25 e il 26 aprile, dalle ore 16 alle 20.
Un’opportunità per conoscere questa pittrice, che ha alle spalle un paio di esposizioni realizzate a Catanzaro, nel salone della Provincia, e una a Sellia Marina presso la sala del Comune. Occasioni tutte in cui l’artista ha avuto modo di essere apprezzata dal pubblico e dalla critica. A “La Sfera”, che vuole iniziare a riaprire le porte agli artisti, ritornando a breve ad essere quel rinomato “Centro di diffusione d’arte” di un tempo, sarà, così, possibile fare un tuffo nell’arte Caminiti. Un tuffo “introspettivo”. Perché i quadri di Angela Caminiti non esprimono mera bellezza, ma parlano all’osservatore. Parlano dell’artista. Che, attraverso i suoi quadri, acrilici e a tempere su tela, racconta il suo “io”. Racconta la drammaticità del suo passato e le angosce del suo presente, ritraendo immagini e aspetti della realtà, quali, fra tanti, paesaggi marittimi, scorci di Catanzaro, il passare delle stagioni e figure di felini, sua compagnia nella vita di tutti i giorni. E soprattutto evoca il suo forte legame con il figlio. Un legame intriso di nostalgia per la lontananza fisica di quest’ultimo – pediatra trasferitosi, come tanti giovani, per lavoro ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo – che ha voluto rappresentare nel dipinto intitolato “A Mario”. Ed è “A Mario” che è dedicata tutta la mostra: “Ho voluto intitolare la mia personale a mio figlio per sentirlo più vicino, per sentirlo presente in questo evento importante per me, essendo invece lui a molti chilometri di distanza”.
Attraverso le sue opere, l’autrice anela a un mondo a colori che riesca a sostituirsi al grigiore attuale. Per la Caminiti, fare pittura, così come scrivere poesie, diventa occasione per un grido interiore. Un grido che porta in superficie il disagio esistenziale e le sofferenze umane, che l’osservatore sensibile e avvezzo all’arte non può che percepire con facilità. E che, per magia, nell’atto dell’esprimere la sua creatività, nel profondo dell’artista si affievoliscono. Trovando ella tranquillità nel dipingere e poetizzare. A fare da cornice ai suoi quadri saranno proprio le sue poesie. Versi che non faranno altro che completare il “quadro personale” di Angela Caminiti. Una donna, una madre, un’insegnante, prima ancora che artista nascosta, dall’anima sensibile e umile. Non rimane che visitare la sua personale per viaggiare nei meandri della sua interiorità e condividere il suo linguaggio artistico.