Rivanazzano Terme ridente comune dell’Oltrepò Pavese è il padrone di casa che ha ospitato, ai piedi della valle Staffora, per la tredicesima volta, la tradizionale “Fiera d’Aprile” dell’ 11 e 12 aprile 2015.
La Fiera che ha origini decisamente antiche, infatti nasce nella metà dell’800 come fiera del bestiame ed era molto attesa in quanto per quattro giorni allevatori e mediatori davano vita a un importante momento di commercio e cultura locale che arriva fino ai giorni nostri, infatti ancora oggi essa è il più importante evento di valorizzazione della cultura e delle produzioni tradizionali del luogo. E’ in questa giornata che Rivanazzano trasforma le sue strade in percorsi del gusto e della tradizione, riaprendo i suoi cortili storici animandoli con concerti musicali, feste contadine, esponendo gli animali da cortile …
Quest’anno l’evento è stato ancora più importante in quanto, proprio in tale occasione Teresio Nardi fiduciario della Condotta Oltrepò, insieme a Emilio Francioso presidente della Comunità del cibo dell’Oltrepò hanno organizzato l’incontro operativo itinerante del gruppo nazionale di Slow Food per la presentazione del progetto “L’Appennino che Verrà” andando a coinvolgere vari esponenti nazionali, prima tra tutti Sonia Chiellini, vice presidente Slow food Italia nella veste di referente nazionale del Progetto e Marisa Gigliotti della condotta di Soverato versante Jonico referente regionale Calabria nonchè vari presidi e comunità del cibo di Slow Food sparsi su tutto il territorio nazionale.
Presente all’evento anche la Comunità del cibo delle Castagne e Pastille di Serrastretta con il suo referente Angelo Aiello e con la Cooperativa Monti del Reventino rappresentata dalla socia Maria Antonietta Mascaro, cooperativa che ha fatto conoscere e degustare alcuni suoi prodotti secchi quali “e surache russe e le monachelle” fagioli tipici della zona del Reventino, “i ciciari de monache” ceci secchi e sgusciati tipologia tipica della zona serrastrettese, le farine di tipo integrale e “0” derivanti dalla macina del grano tenero “verna” tipico dell’area montana del Reventino, macina avvenuta a pietra in un mulino ad acqua, la farina di castagne di Antonio Fazio -Viterale – Serrastretta, il formaggio di Carlopoli del Caseificio Mancuso e il salame di Serrastretta di Giacomo Gigliotti. Ciascun prodotto, grazie allo chef di Terra Madre Delfino Maruca titolare del rinomato ristorante “Il Vecchio Castagno, è stato accompagnato da una ricetta tipica che lo vede elemento primario. Si è cercato così di diffondere ancora di più quelle che sono le tradizioni culinarie dell’Appennino meridionale.
Grazie alla sig.ra Piera Spalla, proprietaria e chef del ristorante “Selvatico”, con la sua bravura straordinaria i prodotti calabresi sono stati preparati in vari modi: la farina di castagne ad esempio è stata utilizzata con il riso soffiato creando dei biscottini e sempre con la farina di castagne è stata prodotta una pasta dalla sfoglia sottilissima ed estremamente profumata, mentre i fagioli “e monachelle” insieme al risotto pavese hanno contribuito alla creazione di un primo piatto gustosissimo.
Il tutto è stato oggetto di degustazione del pranzo svolto domenica nel parco Brugnatelli.
Tra i tanti presenti all’evento il presidio della “Marzolina” con uno dei suoi produttori Loris Benacquista di Campoli Appennino in provincia di Frosinone, che durante la cena di sabato 10 svolta nel Ristorante Selvatico è stata degustata in due versioni: una con un po’ di stagionatura e l’altra fresca.
La marzolina è un piccolo formaggio prodotto storicamente sulle pendici dei monti Ausoni, ma che oggi si estende fino alle province di Frosinone e Latina. Il suo nome deriva dal fatto che tale formaggio, un tempo, si produceva solo nel primo periodo di lattazione della capra, nel mese di marzo, appunto. La produzione migliore, per la Marzolina fresca, viene effettuata da marzo a maggio, ma la produzione destinata alla stagionatura può durare fino ad agosto.
Presente anche Graziano Poggioli del Caseificio Santa Rita di Serramazzoni (Modena) che ha presentato e fatto degustare una meravigliosa forma del suo parmigiano reggiano stagionato 24 mesi, ma nella sua azienda è presente una forma di parmigiano stagionato per ben 30 mesi!
La visita alla Fiera d’Aprile ed allo Stand Calabria in clima di grande cordialità da parte di Ettore Bozzolo della Comunità del Cibo “Custodi dei castagneti della Val Mongia” con i quali si e’ fatto un gemellaggio nello scorso febbraio.
E’ in quest’aria di festa grande che la cittadina rivanazzanese, grazie all’organizzazione del Rotary Club Valle Staffora, presenta il restauro del dipinto (olio su tela 230×160) “La morte del giusto” opera del pittore di Voghera Paolo Borroni datata 1808 e custodita nella monumentale chiesa di San Germano, nel pieno centro di Rivanazzano.
Inoltre, meravigliosa e ricchissima è la vecchia cantina di via Buonarroti trasformata oggi da Franco Riccardi in una galleria d’arte moderna l’Art-Art. Un viaggio nella vita di un collezionista scrupoloso, romantico e travolgente nel raccontare e descrivere ogni singola opera in essa presente condivisa con grande enfasi con gli ospiti calabresi. Questi, a loro volta, hanno fatto conoscere un pezzo di storia e cultura della loro terra illustrando la Casa-Museo Dalida di Serrastretta dedicata alla grande artista e invitando il gallerista alla visita della stessa.
Per finire concon Arte e Gastronomia questo connubio così presente come non ricordare nella cena al Selvatico le note del gruppo musicale “Enerbia”: Maddalena Scaglelli voce e violino, franco Guglielmetti alla fisarmonica che tra una specilità e l’altra hanno deliziato i presenti con canti e sonate. Gli Enerbia è un gruppo particolarmente attivo nel mondo del panorama della musica italiana tradizionalmente e antica tanto da essere presenti in importanti opere cinematografiche di registi famosi come Olmi, Tornatore, Bellocchio.