E’ possibile un dialogo tra medicina, filosofia, matematica e teologia? Questo è quello che hanno provato fare ieri sera presso la libreria Ubik di Catanzaro Lido, il filosofo Massimo Iritano, il matematico Nicola Chiriano, il dottor Massimo Felice Nisticò con il teologo, filosofo e Cappellano universitario Professor Concolino, autore del libro “Dio e i numeri incapaci. Sulla relazione tra matematica e vita ecclesiale” già autore di numerose pubblicazioni (www.concolino.it). Scritto durante il periodo di studi teologici presso la Facultè de Théologie Catholique di Strasburgo, il libro pone al centro del dialogo la relazione tra aritmetica e fede vissuta.
Il tentativo dell’autore di utilizzare il numero per descrivere l’azione pastorale può apparire a abbastanza originale. In realtà, come scrive Vincent Dollmann- vescovo ausiliare di Strasburgo che ha curato la prefazione del libro- “L’opera di Padre Concolino riprende un antico tema del pensiero teologico che è tuttavia molto attuale:quello dei numeri, delle cifre o se vogliamo quello di una lettura matematica-statistica- della realtà del mondo creato da Dio e della realtà religiosa”
Il viaggio alla scoperta di questa relazione misteriosa tra matematica e fede è iniziato con il professore Nicola Chiriano e il filosofo Massimo Iritano , che hanno sottolineato come nell’antichità scienza e cultura umanistica non fossero agli antipodi ma ,al contrario, facessero parte di un unico sapere “con la S maiuscola” che aveva come obiettivo il bene comune. Nella concezione platonica e pitagorica i numeri sono considerati come la soglia ultima del pensiero. Nella cultura classica, infatti, la matematica aveva un valore prettamente mistico ed era riservata a pochi eletti proprio perché i numeri sono carichi di un simbolismo che li porta a più stretto contatto con l’ignoto e, quindi, con il divino. Anche in epoca moderna il ruolo simbolico del numero ritorna sempre. Basti pensare ai campi di sterminio nazisti dove l’uomo è stato depersonalizzato, privato della propria identità per essere ridotto, come ultimo ad un numero. Particolare è la visione del concetto di numero secondo un medico, il dottor Massimo Felice Nisticò: l’uomo è fatto da 206 ossa, 46 cromosomi, 37.200 miliardi di cellule. Eppure questi numeri sono necessari ma non sufficienti, da soli, per descrivere la complessa grandezza del corpo umano. Ed infine c’è la prospettiva dell’autore, del pastore di anime di fronte ai numeri “incapaci” , secondo il quale solo nella rivelazione di Dio è possibile una certa assolutezza mentre nelle altre forme di sapere umano l’uomo è sempre in cammino verso la realtà che lo supera e lo accompagna. E’ seguito il dibattito da parte di un pubblico numeroso e affascinato che ha contribuito al successo di questa serata.