Tutto pronto all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro in vista della conferenza inaugurale (lunedì 30 marzo ore 11.30 presso l’Aula Magna) che aprirà ufficialmente al pubblico la mostra “The Swiss Touch in Landscape Architecture”.
Relatore d’eccezione e curatore della mostra, Michael Jakob (docente di Storia e teoria del paesaggio presso la Scuola di Ingegneria di Ginevra/Lullier e al Politecnico di Losanna, nonché cattedratico di Lettere Comparate all’Università di Grenoble) che ricostruirà, attraverso le sue tappe salienti, la storia e la teoria dell’architettura del paesaggio. Una disciplina che, proprio in Svizzera, a partire dal secolo scorso, ha assunto un ruolo di assoluta centralità, elevandosi con le sue soluzioni a modello di riferimento di portata internazionale.
L’architettura del paesaggio è un fenomeno che ha trasformato completamente il territorio e il nostro modo di intenderlo. La disciplina, relativamente recente – ha fatto la propria comparsa verso il 1800 -, si è sviluppata negli ultimi decenni in modo considerevole. Attualmente l’architettura del paesaggio conosce un momento di spettacolare espansione e sta assumendo un ruolo sempre più importante. In effetti, l’interesse per il paesaggio, rappresenta una delle tendenze più significative della nostra epoca.
L’architettura del paesaggio odierna si occupa infatti della pianificazione degli spazi pubblici, dei progetti urbani e periurbani, della gestione degli spazi verdi nelle città, della creazione di parchi e giardini, dei terreni post-industriali, come pure dell’integrazione delle zone agricole del territorio.
La Svizzera ha avuto nel corso del novecento – e continua ad avere – un ruolo essenziale nell’evoluzione dell’architettura del paesaggio. Realizzazioni esemplari dei paesaggisti elvetici si trovano sia in territorio elvetico che all’estero. Tuttavia, in un momento storico in cui il paesaggista si trova al centro delle professioni che progettano gli spazi di vita presenti e futuri, la figura dell’architetto del paesaggio è ancora poco conosciuta. I progetti dei paesaggisti svizzeri danno particolare risalto alla bellezza formale, pur dedicando la massima attenzione al contesto ecologico. Il rispetto per il genius loci e la sua storia si sposa con la sobrietà estrema e con l’eleganza raffinata delle soluzioni messe in atto.
L’esposizione presentata negli ambienti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro (Via Tommaso Campanella 182, fino al 30 aprile 2015) che si compone di 32 pannelli con foto e note di commento, invita alla scoperta della ricchezza, della diversità e della complessità di questa pratica affascinante. Una parte iniziale, teorica e storica, fissa il quadro concettuale della mostra. Vi si documenta l’apporto della storia dei giardini e il ruolo svolto dai pionieri della disciplina. Inoltre vi è sottolineata l’importanza delle grandi esposizioni nazionali e il successo recente di Lausanne Jardins, il festival internazionale dell’arte dei giardini in città. Una seconda parte, che forma il nucleo centrale di “The Swiss Touch in Landscape Architecture”, presenta i progetti dei protagonisti dell’architettura del paesaggio svizzero. Infine, la sezione “nouvelle vague” propone uno sguardo sui paesaggisti emergenti.
La mostra è prodotta da Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura Zurigo, in collaborazione con l’Ambasciata di Svizzera a Roma; è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Soprintendenza per i Beni Storici artistici ed Etnoantropologici della Calabria); dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; dal PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea di Maierà (Cs) ed è promossa nella sua edizione all’Accademia di Catanzaro da Andrea Romoli Barberini (Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea).