Ieri l’udienza sull’annullamento delle elezioni chiesta da Fi-Udc-Fdi. Il prossimo 5 dicembre il Tar dovrebbe dichiarare cessata la materia del contendere. Ma i ricorrenti andranno avanti o no con la querela di falso?
Occorre aspettare ancora un mesetto per sapere cosa deciderà il Tar Calabria sul ricorso presentato lo scorso giugno dal gruppo Fi-Udc-Fdi-Manti sindaco che aveva chiesto l’annullamento del risultato elettorale delle amministrative soveratesi di maggio. Una richiesta che in qualche modo è stata superata dai fatti, avverandosi nella realtà prima ancora che potesse essere prospettata in giudizio. Con le dimissioni di sette consiglieri a metà ottobre, infatti, l’amministrazione Alecci è stata mandata a casa e ora la città è retta da un commissario prefettizio, Salvatore Mottola Di Amato. Mancando ancora il decreto di scioglimento del consiglio comunale, comunque, nel corso dell’udienza di ieri davanti al Tar gli avvocati delle parti hanno deciso di chiedere un rinvio. Richiesta accolta dai giudici amministrativi.
La nuova udienza è stata ora fissata a venerdì 5 dicembre. A rappresentare il gruppo Manti, c’era il legale Francesco Pullano del foro di Catanzaro che ha redatto il ricorso; per la “difesa” del Comune di Soverato c’era l’amministrativista catanzarese Alfredo Gualtieri, mentre Gianni Caridi, avvocato con studio a Soverato, rappresentava gli ex consiglieri Salvatore Riccio e Antonio Rattà. Dal momento che il ricorso del gruppo Manti invoca l’annullamento delle operazioni elettorali, probabilmente l’esito della prossima udienza sarà una dichiarazione di cessazione della materia del contendere da parte del Tar. Certo la seconda parte della richiesta dell’avvocato Pullano chiedeva la surroga al posto dell’ex sindaco Ernesto Alecci del candidato sindaco con maggior numero di voti (e quindi Francesco Manti) e la rideterminazione dei voti spettanti alle singole liste. Una richiesta che però sarebbe riassorbita nella cessazione della materia del contendere. Si ricorda che il ricorso era fondato sulla presunta apposizione di firme non autentiche all’atto della candidatura, riguardanti i tre consiglieri della lista vincitrice Verso il futuro Emanuele Salatino, Fabio Tropea e Giovanna Garieri.
Resterebbe quindi aperta eventualmente la questione della querela di falso, procedimento che però, se il Tar dichiarerà come previsto la cessata materia del contendere, non si aprirà più nell’ambito di tale giudizio ma andrebbe iniziata con una causa civile autonoma dai ricorrenti. Incerti, poi, eventuali risvolti penali, che resterebbero sempre a querela di parte. Insomma, cessata ormai la via amministrativa, che faranno i ricorrenti del gruppo Manti, insisteranno ad accertare la presunta falsità delle firme o lasceranno perdere? Per oggi tacciono, in attesa della nuova udienza di dicembre.
Teresa Pittelli